A me sta pure simpatico, Luca Cordero. Con quei capelli fintamente ribelli, l’accento nobile e la parola buona sempre pronta. Ma se uno è colpevole, beh, è giusto che venga processato e condannato, no?
Vi chiederete perché. Ha forse concluso patti con organizzazioni mafiose? Ha forse corrotto giudici e testimoni? Ha segretamente ordinato omicidi o attentati? No, nulla di tutto questo. E’ semplicemente il presidente della FIAT.
Ho infatti scoperto, dai giornali, che in un recente attentato malavitoso, ai danni di un pregiudicato, i malviventi hanno sparato diversi colpi di arma da fuoco, uccidendo l’uomo. Vi starete chiedendo che c’entra Luca Cordero con questi assassini.
Beh, hanno sparato a bordo di una Fiat Punto. Luca Cordero, di conseguenza, è responsabile della produzione delle macchine Fiat, compresa la Punto usata nell’attentato, quindi è corresponsabile dell’omicidio in quanto non ha impedito che la macchina venisse venduta a degli assassini.
Sembrerà assurdo, ma è la stessa linea di pensiero che stanno sostenendo il Comune di Milano e l’associazione Vividown contro Google Italia, accusata di non aver controllato l’immissione di un video nel quale alcuni ragazzi ingiuriavano e malmenavano un ragazzo affetto dalla Sindrome di Down.
Perché, sostengono, Google dovrebbe vigilare sui contenuti immessi dagli utenti. Non basta che, dopo la segnalazione ad essa pervenuta, il video sia stato immediatamente rimosso ed i dati dell’utente inviati all’autorità giudiziaria. Non basta che quei bulli siano stati puniti proprio grazie al video che loro stessi avevano pubblicato in rete.
Considerato che difficilmente qualche PM si prenderà la briga di chiamare in causa Luca Cordero, mi chiedo cosa abbia di diverso la rete rispetto a tutto il resto del mondo.
Perché Google si e FIAT no? Due pesi e due misure? Non proprio.
Faccio spesso paragoni con il mondo dell’auto, nella mia vita lavorativa e privata, perché tutti o quasi hanno un auto o ne entrano comunque in contatto. Far capire certe cose paragonandole al mezzo meccanico, dunque, rende più semplice la comunicazione con persone non esperte.
Il problema è che, purtroppo, la maggior parte delle persone che ricopre posti di responsabilità non ha ancora capito cos’è la rete. Si, magari scrivono una qualche mail, vedono dei video su YouTube e, sicuramente, si scaricano qualche porno dal P2P. Ma al di là di questo, non capiscono che il mondo virtuale è un mondo vero e proprio. Nessuno accuserebbe il padrone di una casa solo perché sul suo muro è stata disegnata una svastica da qualche pirla. Su internet, invece, si cerca sempre un responsabile esterno, oltre, ed a volte invece, a chi ha materialmente compiuto l’atto.
Per ignoranza o per paura, probabilmente, ma questo modo di agire mina pesantemente ciò che ha fatto sì che la rete diventasse quel che è, mettendo in pericolo la vita stessa della rete.
Continuiamo il paragone. Se arrestassero Luca Cordero, poveretto, tutti i produttori e venditori di auto sarebbero costretti a controllare le credenziali di tutti gli acquirenti delle loro auto. Se anche solo lontanamente sentissero l’odore di un qualche reato, negherebbero l’auto al richiedente.
Hai avuto uno zio che trent’anni fa ha dato un cazzotto ad uno perché gli aveva rubato tre mele? Niente auto.
Hai diffamato qualcuno dicendo che era l’utilizzatore finale di escort a pagamento? Niente auto.
Stai antipatico a qualche politico che non ti vede di buon occhio? Niente auto.
Ora sostituite la parola auto con rete e vi sarà chiaro come in questo modo l’attacco diretta alla libertà di espressione sia fin troppo esplicito. Se Google dovesse essere condannata, si guarderà bene dal continuare a pubblicare video pericolosi, come magari quelli di liberi cittadini che informano su ciò che i normali mezzi di informazione taciono.
A catena tutte le altre società fornitrici di servizi (come la stessa WordPress che mette a disposizione questo spazio) cominceranno a mettere seri paletti a ciò che si può dire o meno, per non rischiare di scatenare le ire del potente di turno.
Ecco che la nostra libertà di espressione a mezzo rete sarà totalmente annullata, spianando la strada al regime oligarchico definitivo.
Cosa possiamo fare? Al solito: diffondete, informate, passate parola.
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